Quando si imbattono nei colori Pantone per la prima volta, i non addetti ai lavori restano quasi sempre confusi e meravigliati: intuiscono la portata rivoluzionaria di una classificazione cromatica, ma sono disorientati dalla moltitudine di codici.
Apparso per la prima volta nel 1963, il sistema di codifica Pantone ha permesso ai tipografi e agli editori di riprodurre all’infinito una medesima tonalità e di ottenere una corrispondenza perfetta tra il colore visualizzato sul monitor e quello stampato. Non è l’unico modello cromatico esistente: il CMYK (Ciano, Magenta, Yellow, Key Black), l’RGB (Red, Green, Blue), il nipponico TOYO Color Finder e il tedesco HKS sono standard altrettanto validi. È semplicemente il più conosciuto: la mazzetta dei colori Pantone si è affermata in breve tempo come il dizionario di riferimento per i designer e le aziende di tutto il mondo, il simbolo di un brand affidabile e vincente.
Nel febbraio di quest’anno la casa editrice Smithsonian Books ha ristampato la “Nomenclatura dei colori di Werner”, un libro che fu pubblicato per la prima volta nel 1814 e che è considerato ancora oggi il più antico antenato del sistema di codifica dei colori Pantone. L’intuizione di redigere quello che sarebbe diventato il primo campionario cromatico della storia venne ad Abraham Gottlob Werner, un geologo tedesco che raccolse e suddivise per tonalità 110 colori. A ognuno di essi lo studioso attribuì un nome, un codice numerico e una breve descrizione; più tardi, il pittore Patrick Syme avrebbe arricchito la guida con i campioni dei colori.
In poco tempo il libro di Werner conquistò naturalisti, geologi e antropologi; molti di loro riproposero nei loro scritti tonalità come il grigio francese, il blu Berlino, il verde anatra, l’ultramarino e il giallo del re. Lo stesso Darwin utilizzò la Nomenclatura per rendere più precise e dettagliate le descrizioni del suo “Viaggio di un naturalista intorno al mondo”. Fu così che, a proposito del suo viaggio nell’Oceano Indiano, scrisse che “in quel momento il cielo era blu Berlino con un pizzico di Ultramarino”.
Quella del dizionario cromatico più antico del mondo non è l’unica notizia curiosa legata al mondo dei colori Pantone. Ve n’è una che dimostra quanto un brand possa essere forte. A Bruxelles esiste un intero Hotel Pantone, un albergo dall’architettura essenziale in cui i colori dominano su tutto. Giunti nella hall, i clienti sono invitati a scegliere la propria camera su una mazzetta di colori Pantone.
Una preferenza da non esprimere a cuor leggero: la stanza assegnata richiamerà in tutto e per tutto, anche nelle tazzine e nella carta igienica, la tonalità scelta.
Non vi sono dubbi: viviamo in un mondo a colori. Tutti rigorosamente Pantone.
Sono due i nuovi colori Pantone 2021, Ultimate Grey e Illuminating. Due tonalità molto diverse tra loro ma che insieme comunicano forza e speranza: due elementi molto distanti che uniti trasmettono un messaggio molto forte nel difficile anno passato.
Leatrice Eiseman, direttrice esecutiva del Pantone Color Institute, ha dichiarato:
Il mix tra un Ultimate Gray stabile nel tempo e il giallo vibrante Illuminating esprime un messaggio di positività supportato da una grande fortezza. Concreta e salda, ma allo stesso tempo calorosa e ottimistica, questa combinazione di colori ci trasmette un senso di resilienza e speranza. Abbiamo bisogno di sentirci incoraggiati e risollevati; è un qualcosa di essenziale per la mente umana.
L’Ultimate Grey è un grigio intenso che rimanda alla solidità delle fondamenta, qualcosa di eterno e di indistruttibile. L’Illuminating è un giallo vivace e avvolgente che ricorda la nostra Stella. Il messaggio dei colori Pantone 2021 è la resilienza, la speranza e l’accogliere il cambiamento che ci permette di andare oltre la paura.
Leggi l’articolo completo: “Pantone 2021, sono 2 i colori del nuovo anno: Ultimate Grey e Illuminating”
1 commento
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