«Facebook è gratis e lo sarà sempre». In realtà il famoso social network non è mai stato gratis, e non lo sarà più.
Gli utenti più attenti hanno notato che nella home di Facebook la frase «Facebook è gratis e lo sarà sempre» è stata sostituita dopo ben 10 anni con «È veloce e semplice». Negli ultimi anni Facebook è stato al centro di innumerevoli chiarimenti con le autorità di diversi Paesi. Quando il senatore repubblicano Orrin Hatch chiese a Zuckerberg come facesse a incassare 55 miliardi di dollari l’anno nonostante la dicitura “Facebook è gratis”, il CEO rispose prontamente:
Senatore, noi vendiamo pubblicità.
Forse non è bastata la spiegazione? Menlo Park è intervenuta nella home per limitare le perplessità dei regolatori e per evitare equivoci agli utenti.
Ogni servizio gratuito in rete (Gmail, Twitter, Instagram…) ha ovviamente il suo tornaconto, nessun business è sostenibile gratuitamente. Ci si iscrive e si utilizzano i vari servizi di Facebook gratis, ma in cambio si autorizza l’uso dei dati personali a fini commerciali. Tutto il business digitale si basa sui dati e non c’è nessuno scandalo: se non si è interessati all’annuncio proposto basta semplicemente ignorarlo, come facciamo mentre guardiamo la TV. Tutti amiamo usare i servizi online ma nessuno vuole spendere; è un equo dare / avere, ovviamente se l’utente è informato sull’utilizzo dei suoi dati.
Facebook è gratis grazie alla vendita degli spazi pubblicitari all’interno del portale. Gli inserzionisti indirizzano minuziosamente il loro messaggio verso utenti e gruppi targetizzandoli per sesso, località, abitudini, scelte, preferenze, desideri, progetti…
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Come fa notare Business Insider, la Direttiva Europea del 2019 (che entrerà in vigore nel 2021) stabilisce che lo scambio di dati può essere riconosciuto come una forma di pagamento. Facebook è sempre sotto i riflettori per quando riguarda questo argomento, e potrebbe aver risposto alla direttiva riconoscendo che i suoi utenti stanno già pagando l’accesso al sito offrendo le proprie informazioni.
Dopo lo scandalo di Cambridge Analytica, la Commissione Europea ha obbligato Menlo Park a spiegare del perché Facebook sia gratis. Le condizioni d’uso son state così modificate: “Anziché richiedere all’utente un pagamento per l’utilizzo di Facebook o degli altri prodotti e servizi coperti dalla presenti Condizioni, Facebook riceve una remunerazione da parte di aziende e organizzazioni per mostrare agli utenti inserzioni relative ai loro prodotti e servizi”.
L’eliminazione della dicitura “Facebook è gratis”, tuttavia fa pensare a nuovi servizi a pagamento nell’imminente futuro. Per Watch, il servizio in streaming di Zuckerberg, c’è già un test in corso negli Stati Uniti. News Tab, un servizio di notizie con contenuti concessi in licenza dagli editori dei giornali, debutterà invece negli USA a fine Ottobre.
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Squadra che vince non si cambia. È improbabile che Facebook non sarà più gratis, perché dovrebbe modificare radicalmente le sue politiche commerciali e il suo modello di business.